Questa è la critica con cui Vittorio Sgarbi, giovedì 20 ottobre, inizia ad attirare il suo pubblico fremente. Definisce questa ONLUS “un insieme di parassiti, un ente dannoso che si permette di fare una selezione”. Con il suo spirito patriottico afferma indignato che Padova è una delle capitali principali dell’arte e che l’UNESCO non comprende il suo valore e la sua importanza.
La Basilica del Santo (Sant’Antonio) e la Cappella degli Scrovegni, sono opere magnifiche nei minimi dettagli, che altre città, pur essendo patrimonio dell’UNESCO, possono solo immaginare. Il celebre artista che pitturò la Cappella degli Scrovegni è l’argomento della conferenza di Sgarbi.
Il fiorentino Giotto, come spiega Sgarbi, compì una rivoluzione nell’arte del Trecento, introducendo insieme a Cavallini la pittura Moderna. Giotto riportò naturalezza riprendendo i modelli classici e mettendo in secondo piano la pittura bizantina. Alla scuola riminense questo pittore era visto come Picasso, un rivoluzionario che mise da parte la “rozzezza” dei Greci. Il compito assegnato a Giotto nel 1303 di dipingere la Cappella degli Scrovegni, fu richiesto dal figlio dell’usuraio Scrovegni, per far perdonare alcune colpe del padre. Vittorio Sgarbi descrive Giotto con una citazione del celebre poeta Dante Alighieri: “poca favilla, gran fiamma seconda” cioè, un grande incendio spesso fa seguito ad una piccola scintilla. Una descrizione unica che solo quest’ormai famosissimo critico d’arte avrebbe potuto conferire.
Parlando di Giotto, uno dei quadri sul quale si è più soffermata la sua attenzione è stato “L’incontro di Anna e Gioacchino alla porta d’Oro” perché oltre a descriverlo nei minimi particolari, ha fatto notare al suo pubblico il dettaglio della vedova: una donna completamente vestita di nero e con il viso coperto per metà. Questo sta appunto a significare che con la morte del marito ha anche perso metà del suo viso. È stato un incontro ricco di pensieri che riescono ad aprirti la mente su piccolissimi dettagli che a prima vista possono sfuggire. È stata una grande soddisfazione vedere tutta la sala del Palazzo della Ragione piena, per approfondire un argomento a noi padovani molto caro di cui dovremmo vantarci.
-la redazione