“Ciò che mi piace della letteratura, e che purtroppo tendo a riprodurre nello scrivere, è quella specie di densità feroce che si ottiene passando attraverso dei corridoi molto stretti. Se ci si lascia macinare e dar forma da questa strettoia, dall’altra parte c’è la densità giusta perché qualcosa che io leggo o scrivo mi piaccia” ci dice Elena Stancanelli. Una frase in cui si condensano tanti significati che ci fanno afferrare la sua concezione letteraria! Ritroviamo Elena nella prima giornata di Babele a Nord-Est insieme ad un altro grande ospite, lo scrittore Giorgio Vasta, in un incontro tra le diversità e somiglianze dei loro ultimi libri.
Ci troviamo nella Sala Anziani del Palazzo Moroni in presenza di Alessandro Mezzena Lona, scrittore italiano e vincitore nel 2013 del Premio Grado Giallo Mondadori, il quale ci offre oggi la possibilità di trovare un dialogo tra i romanzi di questi due scrittori. Elena Stancanelli ha avviato la sua carriera di scrittrice con un romanzo splendente intitolato Benzina, mentre Giorgio Vasta ha cominciato con la crudeltà de Il tempo materiale. Ma ciò di cui oggi ci parlano sono i libri usciti quest’anno. Si tratta di La femmina nuda e Absolutely nothing . La spontaneità e l’estroversione di Elena contro la serietà e l’introversione di Giorgio. Ma cos’hanno in comune questi romanzi? Apparentemente niente! Si parte proprio da due punti di vista diversi, che si scoprono in un secondo tempo, leggendo i libri uno vicino all’altro, a comunicare. Come? In primo luogo entrambi vivono una situazione di crisi personale. La Femmina nuda è il secondo atto di una storia che inizia a narrare tre anni prima in un altro libro e tratta di una storia d’amore tra una donna e un uomo con un passato incredibile. La protagonista non per stupidità, bensì per circostanze esistenziali, fa un passo sbagliato: la storia d’amore si incrina e comincia lo stalking verso l’altra donna di cui lui si è innamorato. Absolutely nothing invece racconta di tre uomini che organizzano un viaggio dalla California alla Louisiana alla ricerca di una serie di territori dell’America poco conosciuti, quasi “non luoghi” da cui l’uomo è stato respinto e di presenze di vite extraterrestri.
Il titolo di questo evento è “Tra spazi angusti e luoghi infiniti”. Prendiamo in esame infatti due viaggi caratterizzati da storie, spazi differenti, itinerari e soprattutto macerie, viste sia in senso reale che metaforico. Da un lato Elena che fa precipitare la protagonista nella geo-localizzazione tramite lo stalking della donna e la spoglia da riserbo e amor proprio. Non viaggia molto e dei suoi viaggi ricorda solo gli scarti, le cose minime, e sono ciò che permette di salvarci dalla mancanza di possibilità di viaggiare, che non si trovano su Google. È un personaggio che si confronta col ridicolo di sé, trascura tutto, trascorre il tempo a seguire un pallino blu nel telefono. Dall’altro lato Giorgio che ha tardato sempre di più lo scrivere sul suo ultimo viaggio. L’editore aveva cercato di contattarlo in molti modi, ma lui stava facendo perdere le sue tracce, aveva un impulso a sparire. Egli riteneva che il venir meno di certe coordinate potesse aver polverizzato in lui il desiderio di radicamento. Due personaggi particolari, due caratteri che contrastano, due libri apparentemente differenti, un unico punto di arrivo: l’instabilità e la debolezza della condizione umana!
-di Carolina Zordan