Il libro “Se non sbagli non sai che ti perdi” racconta, attraverso un dialogo tra i due autori, Mara Maionchi e Rudy Zerbi, di cambiamenti e di mete da raggiungere.
È un libro per chi ha un sogno nella vita e ha paura di intraprendere il cammino che porta a realizzarlo. “Se non sbagli non sai che ti perdi” è il messaggio che vogliono portare: l’errore è un aiuto che induce a pensare. Sbagliare significa averci provato. Questa frase è rivolta sia agli adulti che ai ragazzi perché tutti hanno paura di sbagliare. Rudy utilizza una metafora per incoraggiare a non arrendersi mai: “Fin da piccoli, da quando camminiamo per la prima volta, abbiamo paura di cadere e se cadiamo non vorremmo più rialzarci, invece è proprio rialzandoci che impariamo a camminare”. Sostiene che anche nella vita funziona così: cadendo nell’errore impariamo a non caderci più. Tutti abbiamo un sogno nel cassetto, spesso però le paure ci frenano. Alcuni di noi, per raggiungere i propri obiettivi, dovranno fare più fatica ma con una forte volontà tutti possono farcela. Chi ha una passione deve portarla avanti, magari non avrà successo ma non deve scoraggiarsi: ci sono tanti lavori interessanti nell’ambito del proprio sogno. Rudy Zerbi ne è un esempio con il suo successo nel mondo della musica.
Mara Maionchi e Rudy Zerbi si raccontano e spronano i giovani a seguire i propri desideri. Il sogno di Mara Maionchi era di riuscire a vivere e lavorare a Milano, città in cui avrebbe potuto avere più possibilità di realizzare i propri sogni. Inizialmente lavora per varie aziende e solo successivamente entra a far parte di una casa discografica che le permetterà di lavorare nel mondo della televisione. Rudy Zerbi, invece, nasce con un futuro già scritto. La sua famiglia possiede infatti alcuni alberghi e i genitori avrebbero voluto che lavorasse in questo ambito che gli avrebbe permesso di condurre una vita agiata ma il suo desiderio era quello di lavorare nel mondo della musica. La sua carriera inizia con un lavoro da dj in varie discoteche, in seguito lavora in radio e infine partecipa a numerosi talent show televisivi. Nel libro le persone si dividono in due categorie: i purosangue e i somari. I purosangue hanno qualcosa in più che li fa brillare, sono fenomeni ma sono pochi e non sempre prenderanno il volo. I somari invece devono “farsi il mazzo” per dimostrare chi sono, sono persone normali che non mollano mai pur di realizzare il proprio sogno nel cassetto. Mara e Rudy si rivolgono proprio ai non fenomeni, ai somari. Affermano che ognuno di noi può dimostrare con impegno, fatica e tanto lavoro che tutto è possibile nella vita. Nessun raccomandato arriva in cima, conta solo la bravura e tanta pratica. Si pensa che lo studio giornaliero sia superficiale ma in realtà solo con il continuo esercizio, per quanto noioso, si può arrivare al proprio obiettivo. Bisogna lavorare sempre, non darsi mai per vinti e mettersi continuamente in discussione. Come ci racconta l’esperienza di Mara che ha vissuto nel mondo dei talent show, i “no” che ci arrivano nella vita ci indicano la direzione da prendere e vanno sempre valutati perché sono uno stimolo in più per continuare a seguire i nostri sogni. Ci vuole del tempo per trovare la propria strada e raggiungere il successo, non tutti sono pronti nello stesso momento e allo stesso modo. Mara afferma:“La vita è una guerra che continua tutta la vita”. L’evento si conclude con un consiglio per chiunque creda in un sogno: “In qualsiasi ambito lavorativo devi sapere cosa succede intorno a te, cosa fanno le persone attorno a te e solo in questo modo avrai la tranquillità di fare al meglio ciò che devi fare tu”. Divertirsi aiuta a sopravvivere e bisogna trovare qualcosa di piacevole in ogni cosa che si fa, cercando di trovare ciò che ci appassiona.
Dopo l’evento Mara Maionchi e Rudy Zerbi accettano di rispondere ad alcune curiosità del Giornale dei Ragazzi di Book City.
GdR: “I talent show puntano alla costruzione di un personaggio artistico che segua ad esempio la moda del mercato, secondo voi questo sminuisce l’artista?”
Mara disapprova: “Non sono convinta di questo. Noi non costruiamo niente, noi troviamo. Non si può costruire un artista che non c’è. L’artista dà dei segnali di chi vuole essere e noi cerchiamo di seguirlo nei suoi segnali. Non esiste nessuna costruzione, io sono contraria a qualsiasi costruzione. Credo che l’artista nel proporsi ti dia già un’indicazione di chi è e bisogna vedere quanto tempo ci vuole perchè questa realizzazione possa essere confermata dai fatti”. Continua dicendo: “Questa è l’unica possibilità che hai di fare successo, non c’è nessuna finta che ti porta al successo. L’artista sente i tempi: i testi che funzionavano una volta non possono funzionare più perché il mondo è cambiato. Ma è l’artista stesso che ti comunica questi cambiamenti.”
GdR: “Spesso si sente dire che la persona meno talentuosa, quindi il somaro, che però si impegna di più, può arrivare dove magari non arriva il talento senza l’impegno. E’ vero?”
Mara sostiene che: “Il duro lavoro batte il talento, quando il talento non lavora duro”. Aggiunge inoltre: “Il lavoro esiste per tutti e due ma se uno ha talento e non lo coltiva non succede niente, può buttarsi via. Bisogna lavorare sempre che tu abbia o meno talento ma chi lavora di più, chi intuisce di più, chi si mette ad ascoltare tutto ha dei risultati migliori. Anche ascoltare è un lavoro.”